Il 5 luglio la Grecia ha votato per il Referendum, come ha vissuto Atene i giorni più importanti della sua storia recente? Il nostro racconto della settimana più lunga.
1 Luglio 2015. La Grecia è a un bivio, il premier Tsipras è costretto a decidere se firmare il memorandum “lacrime e sangue” proposto dall’Unione Europea e ricevere un nuovo pacchetto di aiuti per pagare i debiti, oppure non firmare e rischiare di finire fuori dall’Euro. Tsipras decide di dare la parola al popolo sovrano e indice un referendum che spiazza i burocrati europei.
Un paese spaccato in due, da un lato i sostenitori della linea governativa, dall’altro chi dice no all’austerity e al peso dell’Europa che i greci hanno imparato a conoscere dal 2010. E che l’importanza del volontariato e dell’associazionismo hanno solo in parte alleviato. A cosa ha portato oggi il referendum lo sappiamo, al parziale tradimento del voto del popolo greco e a un nuovo memorandum gravoso forse quanto il primo. Ma cosa si aspettavano davvero i greci quella mattina del 5 luglio? Su una cosa sono tutti d’accordo: “l’austerità distrugge i cittadini”.